E' UN SUCCESSO DA CONSERVARE O UN FIASCO DA CESTINARE?

17.10.2013 14:38

Dopo 4 anni di attesa tornano i Pearl Jam con un nuovo disco che divide ampiamente i fans: DISCO DA INCORNICIARE O DA USARE COME SOTTO BICCHIERE!?!?

Premetto che molto spesso il mio giudizio è stato offuscato dalla venerazione che ho per loro, ma cercherò di essere il più obiettiva possibile dopo aver ascoltato il disco almeno 10 volte in 24 ore, quindi giungo alla mia modestissima conclusione e che tra le due cose, questo disco non è nessuna delle due.

"Lightining Bolt" è esattamente in linea con la musica che caratterizza i Pearl Jam negli ultimi anni, e per ultimi anni intendo da "Binaural" fino ad oggi, riproponendo il loro sound senza aggiungere nulla di più a quello che hanno realizzato negli ultimi 13 anni. Non che ci sia niente di male, ma la differenza sta che con questo disco si riprendono tutti i meriti che gli spettano, riqualificandosi come una delle miglior band internazionali di questi tempi.

I primi 3 pezzi "Gataway", "Mind your Manners", "My Father's Son", grande energia e ritmo che ricordano i grandi successi del passato. Ma una cosa è certa, chi è ancora legato nostalgicamente ai pezzi di "Ten", "Vs" e "Vitalogy" e alle grandi urla spacca-polmoni di Eddie, non potrà che rimanere deluso ascoltando "Lightining Bolt". Gli anni passano per tutti, l'ispirazione e la voce non sono più quelle di un tempo, eppure, a mio avviso, Eddie Vedder rimane una delle voci più incisive della sua generazione qualificando questo disco, non come un capolavoro e siamo d'accordo, ma sicuramente come più che buono, ricordandoci che se questa band è in giro da 20 anni un motivo ci sarà.

"Sirens",  da molti considerata noiosa, se fosse stata scritta da un altro gruppo probabilmente sarebbe stata considerata come uno dei brani migliori. Ritorniamo perciò al discorso che ci si aspetta un qualcosa che oggi come oggi non può tornare, quindi possiamo solo fare giudizi obiettivi sulla realtà delle cose. Paragonarla addirittura ad un pezzo di Ligabue lo trovo alquanto offensivo! La differenza? La passione, il cuore, le emozioni che riesce a suscitare questa ballad per nulla scontata.

A questo punto arriviamo ad una delle mie preferite: "Pendulum", canzone che parla di dolore e che lo trasmette in ogni sua nota, estremamente emozionante e coinvolgente.

"Yellow Moon" acquista completamente i ritmi che Eddie ci ha già tanto mostrato in canzoni come "Hard Sun" e nella colonna sonora di "Into the Wild", per giungere alla dolce e sognante "Future days", che avrà sì la sua influenza pop, lo ammetto, ma perchè disdegnarla solo per questo? Perchè è così lontano dal grunge, loro punto di partenza? Ci si evolve, si muta, e i Pearl Jam come la loro musica non fanno differenza.

C'è da aggiungere però che nessun gruppo più di loro si fa davvero conoscere ed amare come nei live, quindi prima di altri giudizi preferisco aspettare di vederli dal vivo e sentire cosa mi faranno provare. Di una cosa sono certa, nessun gruppo ascoltato mi ha mai fatto sentire come riescono loro da 12 anni a questa parte.

Nel frattempo inserisco questo cd vicino agli altri e mi faccio trasportare dalla voce di Ed, perchè alla fine come sottobicchiere sarebbe davvero sprecato.

See you soon.