IL MIO ADDIO AL POETA DEL ROCK

28.10.2013 12:04

La prima volta che ascoltai Lou Reed fu in un periodo della mia vita che definirei AUTODISTRUTTIVO, perciò penso non possa esserci stata colonna sonora migliore della sua. Ascoltavo le sue parole e la sua sonorità vivendole sulla pelle, quasi consapevole della profonda oscurità che si celava al di sotto della sua poesia.

Muore a 71 anni colui che non ha solo fatto parte dello scenario rock, ma ne è stato uno dei creatori. Reed fu protagonista di una vita amara fin dall'adolescenza, quando i genitori lo sottoposero all'elettroshock nella "speranza" di "curare" la sua bisessualità a quel tempo già evidente.

Louis Allan Reed, nato a Brooklyn il 2 Marzo 1942, autore di una musica che descriveva la parte oscura di New York, quella celata sotto le luci e la sua grandezza, nella quale era così immerso da riuscire ad esprimerla completamente. Leader dei Velvet Underground, il loro primo album viene prodotto da Andy Warhol, di cui crea anche la copertina: The Velvet Underground & Nico.

Un album che racconta di sesso e droga, con successi come Heroin, ma non solo, c'è il rock, quello che solo un poeta come Reed poteva sintetizzare e mettere in musica, tanto da creare un vero e proprio successo.

Ci saranno altri due album che vedranno luce collaborando con Warhol, fino a raggiungere la consapevolezza ormai chiara che la strada di Reed è quella da solista. Non c'è più Warhol con lui, e dopo un primo album di scarso successo arriva David Bowie - Il Duca Bianco in suo "soccorso", producendo nel 1972 Transformer, con al suo interno i brani che saranno destinati a diventare il biglietto da visita di Reed, come Walk on the Wild Side, Perfect Day e Vicious.

Giunge così un periodo di grandi successi ma anche di fiaschi, come il suo terzo album da solista, Berlin, apprezzato forse di più negli anni a venire, creato durante il divorzio con sua moglie e che non raggiunse le vendite previste, sfociando poi, verso la metà degli anni '70 nell'abuso costante di droghe, metedrina e anfetamina. Tutto ciò si ripercuote inevitabilmente nei suoi lavori, e l'esempio concreto è Metal Machine Music, dove risulta evidente il suo disagio psicofisico sull'orlo di un esaurimento nervoso.

Verso la fine degli anni '70 c'è sempre più violenza nella sua musica e nelle sue parole, viene pubblicato Street Hassle, con la partecipazione di Bruce Springsteen e successivamente The Bells e Growing Up in Public. Agli inizi degli anni '80, nonostante la sua omosessualità sempre più evidente, si sposa con Sylvia Morales e nasce una collaborazione artistica con il chitarrista Robert Quine, un rapporto di "amore" prima e "odio" poi, che vede nascere The Blue Mask, ma che porta all'inevitabile divisione successiva, dovuta alle maggiori attenzioni che Quine otteneva rispetto a Reed.

Dopo un album tra i più scarsi: Mistral, la sua vita viene scossa da uno dei due lutti che più lo segneranno, il primo, quello di Andy Warhol, nel 1987, che lo porterà a scrivere insieme a John Cale, componente dei Velvet Underground: Songs for Drella, dove Drella è Warhol, un'unione tra Dracula e Cinderella. Ma questa perdita è per lui molto più profonda, tanto che lo porta a scrivere uno dei suoi album più poetici: New York, dove è messa ancor più in evidenza l'anima nera di questa città, che prima ti dà e poi ti toglie, una poesia e una lirica continua che la descrive alla perfezione.

Successivamente le morti di due suoi cari amici, legati anch'essi a Warhol, lo porta a sfociare il suo dolore nella musica con Magic and Loss, magia e perdita, dove vita e morte si confondono ed invertono, dove forse oggi è evidente che una ha prevalso sull'altra.

Dopo il ritorno in tour con i Velvet Underground e il secondo divorzio, trova l'amore con Laurie Anderson, che rimarrà al suo fianco fino alla fine dei suoi giorni, e che lo porterà ad incidere Set the Twilight Reeling, a lei dedicata e piena di infinita dolcezza che Reed non s'imbarazza a mostrare.

Negli anni 2000 arrivano Exctasy, The Raven (dedicato alla letteratura oscura di Edgar Alla Poe) e Lulu, ultimo suo album scitto in collaborazione con i Metallica.

Arriviamo quindi al silenzio, Lou posa penna, foglio e chitarra e di lui non si hanno più notizie, fino ad Aprile 2013 dove ci giunge la notizia del suo trapianto di fegato, risultato di una vita di dissolutezze, e successivamente di un suo ricovero per disidratazione a Luglio, fino a ieri, 28 Ottobre 2013 giorno in cui viene pubblicata la notizia della sua morte.

Una morte che arriva dopo una vita sul filo del rasoio, caratterizzata dal dolore che sfocia costruttivamente nella sua arte, nella sua musica e nella sua poesia, ciò che alla fine vivrà per sempre e non potrà essere dimenticato.

Ciao Lou, autore non solo di un "giorno perfetto", ma soprattutto di una "musica perfetta".